In qualsiasi tavola che si rispetti, è assodato che bisogna seguire un minimo di regole di bon ton per non poter sfigurare. Come nella cultura occidentale questo avviene in particolare modo anche in quella orientale, specie la giapponese.


Prima di tutto è bene dire che esistono termini specifici per indicare un determinato comportamento, una determinata azione o regola.


Si può indicare, ad esempio, il classico saluto di benvenuto,“irasshaimase”, per accogliere un ospite.


Per quando poi ci si è a tavola, è doveroso sapere che al posto del nostro “buon appetito” vi una vera e propria gratitudine per quello che si sta per avere. Si tratta del “itadakimasu” che vuol dire “ricevo questo cibo e ringrazio”.


A seguire è importante conoscere l’uso delle bacchette. Le bacchette giapponesi si chiamano Hashi e si differenziano da quelle cinesi per la forma. In famiglia ognuno ha le sue e vengono servite in una capiente ciotola posta al centro del tavolo. 


Non vanno mai incrociate, lasciate sul piatto di portata o sul tavolo e non vanno usate per indicare.


Se il piatto è di portata comune, bisogna girare le bacchette al contrario e prendere il cibo. Mai usare la bacchetta dal lato dell’estremità che si porta alla bocca, per passare del cibo.


I piatti vengono serviti tutti allo stesso momento. Non si mangia se tutte le portate non sono state messe sul tavolo.


I cibi aventi riso all’ interno, non vanno immersi completamente nella salsa. C’è il rischio che un chicco possa cadere nella salsa.


A tavola bisogna esser rilassati, bisogna assaporare ciò che si sta mangiando e soprattutto bisogna aver cura del proprio organismo. Per questo si ordina il Sakè, bevanda alcolica di riso fermentato, fondamentale per la cultura nipponica.

Fondamentale in quanto questo va servito agli altri e si aspetta che qualcuno lo serva a noi.


E anche se è difficile da crederci, si può brindare tranquillamente con un tè verde attraverso la formula “Kampai!.